"Un testo, un quadro, una musica ci dicono qualcosa quando creano in noi delle correlazioni costruiscono dei nuovi percorsi tra i pensieri, mettono in rapporto idee o immagini distanti e irrelate.
Quando ho guardato per la prima volta un quadro di Rosalba Trentini ho pensato: ecco “la presenza muta delle cose”.
Le cose – povere cose: un rubinetto con un tubo di gomma applicato ad un muro screpolato; una vecchia serratura su un portone di legno, un filo della luce con gli interruttori di porcellana; una catena arrugginita – sembrano avere nei suoi lavori un’ostinata presenza, una pienezza a discapito del loro essere screpolate. Ossidate. Sbrecciate. A discapito della loro esibita precarietà mostrano una irriducibile intensità.
Rosalba Trentini mostra la metamorfosi degli oggetti. Mostra come le cose si trasformino, decadano, senza per questo cessare di essere. I suoi oggetti non appartengono all’eterno presente delle immagini che la televisione, la pubblicità, le riviste ci propongono. Mostra al contrario quella trasformazione che ci riempie di ansia e talvolta di orrore, che viene percepita non come un naturale destino, ma come una condanna implacabile e ingiusta. Al contrario le sue cose rimandano al mistero della presenza".
(Massimo Libardi)
A text, a painting, a music tell us something when they create in us some kind of correlations, create some new paths through our thoughts, put in relation ideas and images that are distant and not connected to each other.
When I fist saw a painting by Rosalba Trentini, I thought: here it is, the 'mute presence of things'.
The things - poor things: a tap with its hosepipe attached to a cracked wall; an old keyhole on a wooden door, a light wire with a porcelain switch; a rusted chain - seem to be stubbornly present in her works, seem to have a fullness despite them being cracked. Oxidised. Breached. Despite their obvious precariousness they show an invincible intensity.
Rosalba Trenini shows the metamorphosis of objects. She shows how things can turn into something else, decade, without ceasing to exist. Her objects do not belong to the eternal present of the images that television, advertising, magazines suggest us.
She shows the metamorphosis that fills us with anxiety and sometimes with horror, that is perceived not as a natural fate, but as an implacable and unjust sentence. Her objects, on the other hand, remind us of the mystery of presence".
(Massimo Libardi)